Durante la nostra staffetta al confine turco-siriano abbiamo intervistato un ragazzo, combattente del YPG di Kobane. Vi proponiamo la trascrizione di questo incontro.
Come si viveva a Kobane prima dell’attacco dell’Isis?
Noi vivevamo tranquilli, senza problemi, c’è chi lavorava, chi studiava. Ognuno faceva la propria vita. Io mi sono unito al Ypg a Kobane tre anni fa. Ora io sono fuori per curarmi una ferita alla gamba, uscendo illegalmente dal confine.
Ma se eri ferito, perché sei uscito illegalmente?
Perchè i militari turchi arrestano e picchiano chi tenta di uscire ferito da Kobane.
Qual’era il tuo compito durante i combattimenti?
Difendere i civili. Vedi il nostro obiettivo è quello di difendere la nostra terra, non attaccare gli altri popoli. Ho visto tagliare la testa e i piedi ad un mio amico da parte dell’Isis. Durante la giornata, quando sentiamo silenzio, non è un segnale positivo, perchè é il preludio a qualcosa di grande che può succedere dopo. Prima di andare a combattere ogni giorno c’è la riunione di ogni gruppo con il proprio comandante e a fine serata si fa il punto della situazione per il giorno dopo.
Come vedi la situazione dei combattimenti?
La guerra durerà parecchio. Non posso dire fino a quando, perchè l’Isis si trova tutta attorno la città di Kobane.
Chi sta combattendo con voi?
Ora ci sono circa 200 persone dell’esercito siriano libero che combattono con noi contro l’Isis. Due anni fa avevamo avuto un conflitto con loro, perchè quando i curdi andavano ad Aleppo o a Damasco venivano trattati male, ma ora gli arabi li accogliamo tra le nostre fila.
Cosa possiamo fare noi dall’Europa per aiutarvi?
Per noi è importante che portiate la nostra voce in Europa. Questa guerra sta andando avanti da due anni e prima del risalto mediatico a livello internazionale, l’esercito turco ci attaccava e bombardava.
Teo, Marko, Enea e Jacopo, Centri Sociali del Nord Est